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RAMONES & Punk-rock news


25/01/2005


Il ramonestormentone di Pablo Echaurren

Avevamo già annoverato l'artista Pablo Echaurren tra i fans dei Fast Four (leggi qui).

Ma il suo rapporto con i Ramones è molto più profondo. Scrive Pablo:

«Io ascolto I Ramones 24 ore su 24 in loop, praticamente. Anche se c'ho una certa età. Oramai. Per me sono al numero 1 e quando lo professo in pubblico pensano che sia una provocazione, così tanto per dire. Ma non è. E' purissima verità».

E la cosa non può che farci piacere, tanto più che un accenno a Joey Ramone è presente anche nel giallo firmato da Echaurren dal titolo "Delitto d'autore" (Shake, Milano) e dei Ramones si parla anche nel suo ultimo libro sul '77, "La casa del desiderio", in uscita presso Manni di Lecce, di cui riportiamo per gentile concessione dello stesso autore, un paio di brani dedicati ai Ramones:

«Ora che Joey, Dee Dee e Johnny - Ramone, per chi non l'avesse capito - ci hanno lasciato per sempre, ora che le loro scariche adrenaliniche sono purissima energia cosmica in grado di lobotomizzare l'universo, ora che ai loro jeans sderenati si riconosce unanimemente la stessa forza espressiva di un sacco di Burri, ora che un intero mondo che sembrava troppo ruvido per venire scalfito dalla vecchiaia - figuriamoci dalla morte - è anch'esso sfiorito, raggrinzito, seppellito come tutti i mondi che l'hanno preceduto, ora che tutto questo s'è puntualmente verificato, ecco che ci troviamo sul promontorio ideale per avviare un'opera di ricomposizione degli incerti lacerti che la risacca della memoria deposita sulla spiaggia.
Passeggiando sulla battigia, non è indolore riconoscere e raccattare uno a uno gli ossicini seppiolini, i corpicini rinseccoliti, le vestigia spolpate dall'erosione della rimozione generale con la quale il Grande Resettore cerca di insabbiare quel poco che varrebbe la pena di salvare dalla dissipazione, dallo sperpero, dalla polverizzazione, dall'incurabile cancro dell'entropico.
Un occhio esercitato può scorgere le flebili scie fosforescenti che si trascinano stancamente nel buio dei fondali abissali in cui siamo piombati, riconoscere le creature spurie che si affacciano guardinghe dalle screpolature del muro che pavidamente ogni giorno innalziamo davanti al desiderio per non venirne abbacinati, folgorati, inceneriti, per non essere costretti a seguirlo fino all'inferno o dove caspiterina vuole condurci lui, magari dritto su in paradiso».

(omissis)

«PS. Tale fu la despressione, la demoralizzazione, la prostrazione mentale, che quando nel 1980 i Ramones tennero il loro fulgido concerto a Roma, nei giardini di Castel Sant'Angelo, io non ci andai, manco tirai fuori il naso dall'uscio, disertai.
Ne sentii in lontananza il martellare. In linea d'aria saranno stati cinquecento metri massimo.
Solo ora me lo sono potuto vedere, in dvd, ora che tre su quattro sono lassù a infliggere un robusto elettroshock ai beati. Dannati loro!».

Insomma, come afferma lo stesso artista, la sua scrittura è un ramonestormentone!

Per ulteriori informazioni:
www.pabloechaurren.com